La ragione che si avvale della logica razionale non garantisce una sintesi, ottenuta attraverso l'analisi, che sia veritiera. Non la assicura perché per poterlo fare dovrebbe procedere da princìpi certi i quali, per esserlo, dovrebbero essere a carattere universale, dunque validi quando applicati all'intera manifestazione della realtà relativa, sia nella sua totalità che nelle sue particolarità.
La logica, procedendo da assunti errati, conduce necessariamente a una sintesi errata, anche nel rispetto del principio di non contraddizione, perché il non contraddire una falsità non assicura la verità.
Chi dicesse, per esempio, che la Verità assoluta non esista si troverebbe in una contraddizione irriducibile, perché per essere assolutamente vera quella affermazione dovrebbe essere a propria volta assoluta. Ne consegue che un’affermazione che determini una contraddizione nei confronti dell’assunto di partenza nega quell’assunto dimostrandone la falsità.
Da una visuale superiore, però, si deve dire che la Verità assoluta, non essendo relativa deve essere superiore a tutta la manifestazione della realtà relativa e quest’ultima non potrebbe contenerla, perché il meno non può contenere il più. Ma anche il dire che la Verità assoluta sia superiore a quella data dalla somma di realtà relative e limitate costituirebbe un errore di principio, perché superiore ed inferiore dovrebbero trovarsi, per essere confrontati, sullo stesso piano di realtà relativa. Significa che l’Assoluto non può essere confrontato col relativo. In realtà la Verità assoluta non è all’interno dell’esistenza, perché essa è causa dell’esistenza e anche all’interno dell’esistenza nessuna causa può trovarsi all’interno degli effetti da essa generati, né quegli effetti potrebbero modificare la causa che li ha determinati.
La Realtà assoluta, che è assimilabile alla Verità assoluta, perché Assoluto significa indiviso e unico, è l’unica a essere realmente vera essendo priva di limiti, mentre la manifestazione della realtà relativa è data dall’insieme di realtà limitate la cui somma non potrebbe dare che una realtà generale altrettanto limitata, la quale non è comparabile con la Realtà assoluta.
Dunque chi affermasse che la Verità assoluta non esista… negherebbe l’Assoluto facendolo da una realtà da considerarsi negativa nei confronti della Realtà priva di limiti. La conseguenza è che una negazione fatta dall’interno di un’altra negazione costituisce la migliore affermazione possibile, perché la negazione di una negazione è affermativa.
Chi negasse la Verità assoluta, di conseguenza, l’affermerebbe.
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