Le leggi universalmente applicabili, chiamate princìpi universali, hanno le loro ragioni d'essere che non sono discutibili.
La legge universale, quella che impone a tutto l'esistente la necessità che i suoi componenti siano ognuno diverso dall'altro, è data dal fatto che due realtà per essere identiche dovrebbero essere assolutamente identiche, ma poiché l'Assoluto è unicità nella propria unità indivisa, nessuna realtà relativa potrebbe essere composta da realtà che siano assolute. Questa è la indiscutibile ragione per la quale nulla si ripete in modo identico a qualcosa d'altro. Nessun effetto potrebbe contenere la propria causa, né modificarla, perché nessun contenuto può comprendere interamente ciò dal quale esso è contenuto, perché il meno non può contenere il più, il basso non può contenere l'alto e l'esteriore non può contenere l'interiore. Quello da me esposto è fondamento dell'ordine gerarchico universale, la cui conoscenza è necessaria per poter ordinare, attraverso la luce interiore data dall'intelligenza a carattere universale, il disordine esteriore nel quale l'esistenza esprime le proprie possibilità d'essere.
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