domenica 20 settembre 2015

Sul segreto iniziatico

Ognuno di noi ha le proprie certezze, conseguite in parte da percezioni sensoriali a dir poco imprecise, e dal grado della propria intelligenza individuale, che il più delle volte si trova a livelli che definire penosi sarebbe ottimistico.
Ma cos'è, in definitiva, una "certezza"?
È una conoscenza al di sopra del dubbio, che non si presta a essere messa in discussione.
Farò degli esempi: io sono certo che il mio spazzolino da denti ha il manico in plastica, che la mia casa è stata costruita sulla roccia impilando grosse pietre una sull'altra, e che la mia intelligenza non è adeguata ai compiti che la sua natura le assegna.
Sono pure certo che ogni cosa ha un sopra e un sotto, e che se la si capovolge quel sotto diventa un sopra, ma se prendo una sfera e la capovolgo... la sua perfezione resterà inalterata, perché una centralità non può essere capovolta, e la sfera è l'espressione perfetta di una centralità, perché ogni punto sulla sua superficie si trova alla stessa distanza dal centro comune a tutti i punti superficiali.
Sono certo che come c'è un sopra e un sotto c'è un dentro e un fuori, e che il fuori è l'espressione manifesta della propria interiorità nascosta, la quale genera la superficie di sé, irraggiando le proprie possibilità di essere.
Sembrano essere certezze che non hanno influenza sull'andazzo pericoloso di ogni nostra giornata, ma così non è, perché se una persona non ha riferimenti certi sull'ordine nel quale ogni realtà è, e dovrà esprimersi se sarà in grado di farlo, non potrà neppure capire le ragioni per cui essa si è manifestata in un modo invece di un altro, oppure i perché non si è manifestata.
Realtà relativa significa che ogni cosa che la compone ha necessità di relazionarsi con le realtà a lei prossime, in uno scambio che garantirà la sopravvivenza o l'estinzione di sé, il miglioramento o il peggioramento delle realtà che le sono vicine e a volte anche lontane.
Realtà relativa indica, dunque, divisioni e limiti, consequenzialità causali di effetti, che daranno seguito a loro volta ad altri effetti, diventando di questi ultimi le cause. 
Certezza indica il conoscere i modi di attuazione di questi passaggi consequenziali, le loro modalità espressive quindi, le quali escludono il caso che è assenza di princìpi e, dunque, di leggi ordinatrici.
Ci sono certezze relative che dimostrano l'esistenza della Certezza assoluta, e quest'ultima si manifesta all'interno della realtà relativa non entrando in essa, ma facendo uscire dalla dimensione relativa l'intelligenza di chi è qualificato al conoscere sovra individuale. L'uscita dalla sfera relativa nella quale si trova a essere la realtà delle relazioni sostituisce l'intelligenza individuale con quella a carattere universale, che lascia all'intelligenza individuale solo il compito, quando essa lo ritenesse utile, di tradurre in pensiero e parola la vista interiore data dall'Intelligenza universale, ma poiché la vista interna dell'Intelligenza universale deve il suo essere alla sua assolutezza, la traduzione della Verità è costretta a lasciare indietro l'essenza di ciò che essa è, e questo rende il risultato della traduzione relativo, e non più assoluto come assoluta è la vista interiore. In questo modo la Verità si difende da sé, restando inaccessibile per coloro che possono sentirne soltanto gli echi lontani.
Questa incomunicabilità della Verità è ciò che è chiamato il segreto iniziatico, che non è propriamente un segreto, o almeno non lo è per gli iniziati ai misteri dello Spirito assoluto.
La Certezza assoluta non è, in tutti i suoi possibili stadi, un sapere tutto di tutto, ma è il modo che ha l'Intelligenza universale di conoscere senza utilizzare la mente. Si "vede" al di sopra della durata temporale, nell'immediatezza data dal poter comunicare consapevolmente col centro di sé che è assoluto ed è la traccia impressa dal Mistero assoluto nel centro di ogni elemento che è parte del tutto. È l'Assoluto che svela la natura della Verità assoluta e i suoi princìpi, attraverso la prima illuminazione che apre l'accesso alla sfera della conoscenza assoluta attraverso la Certezza priva del dubbio. 

Un detto Sufi così descrive la Certezza: la Certezza è come l'infinità interna del Mistero, la quale non può esaurirLo.

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