È per me importante scherzare attorno a molte cose, e lo faccio più per divertire che per divertirmi; è la mia natura che lo vuole, ma il prezzo correlato a questo scherzare è alto, perché le intelligenze poco dotate, soprattutto se sono pure convinte di essere colte, odiano questa mia attitudine. I primi a odiarla sono stati i componenti della mia famiglia, esclusa la mia adorata nonnina, poi gli amici, gli insegnanti, i datori di lavoro e chiunque abbia avuto a che fare con me, esclusa la mia adorata compagna, amica, moglie e aguzzina.
Ridere non è, come comunemente si crede, il segno inequivocabile di un'acuta intelligenza, se lo fosse i santi riderebbero, ma come si fa a ridere quando si sta in mezzo a tante persone che soffrono?
Nemmeno io sono capace di farlo, anche se, tra un singhiozzare e l'altro, riesco a scorgere il tenue sorriso di un Mistero che tutto avvolge nel suo abbraccio amorevole, quello che assegna più importanza al vederci liberi piuttosto che falsamente felici.
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