Due modi distinti di conoscenza si fronteggiano, a muso duro il primo... contro la rassegnazione paziente del secondo: Il primo, perché largamente diffuso, considera la realtà come fosse una conseguenza della legge del CASO che, a dirla tutta, è la negazione di ogni legge consequenziale, mentre l'altro, essendosi accorto che ogni effetto ha una sua causa, crede che debba esserci una causa per ogni cosa, compresa la causa delle cause di tutto ciò che è.
Chi crede sia del CASO la responsabilità del costo dell'affitto di casa spera che non sia da pagare tutti i mesi, mentre chi conosce la ragione d'essere di ogni evento sa che se salti un mese poi ti chiedono gli interessi.
Chi crede al caso coltiva un sacco d'interessi perché conta che, sui grandi numeri, qualcosa in cui trovare soddisfazione prima o dopo accadrà. Chi sa che sono le cause a spadroneggiare di interessi ne ha di meno, perché meno sono e meno delusioni seguiranno.
Anche la disposizione d'animo delle due radicalmente diverse opinioni subisce delle ripercussioni allineate alle differenti credulità: chi si prostra davanti al caso non bazzica le parrocchie, ed è l'unica cosa che non fa per caso, mentre chi si immagina tutto sia ordinato dalle cause in chiesa ci va, a occhieggiare come sono vestiti quelli che credono in Dio.
I credenti in Dio credono sia in Dio che al caso: in Dio quando gli chiedono favori, e al caso quando Dio non glieli fa.
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