Ogni realtà è conseguenza di una realtà che le è superiore perché sua causa, dunque anche l'esistenza considerata nel suo insieme ha necessariamente una causa che le è superiore e alla quale tutto l'esistente, umanità compresa, tende.
L'essere umano chiama questa causa "felicità" la quale, discendendo con l'allontanarsi dal suo principio, dà modo all'infelicità di essere.
La relativa libertà di scegliere è la condizione che dà o toglie valore al nostro decidere chi o cosa essere, ma il centro del nostro essere relativamente liberi è occupato dalle nostre reali intenzioni, che non subiscono le imposizioni esterne che la vita impone.
Così sia le possibilità di essere felici che quelle dell'infelicità sono contenute in potenza nella nostra libertà di essere.
In fondo nulla che sia esterno al nostro poter scegliere è degno di essere definito una felicità.
Essa è la preziosa perla formata dal nostro rimediare al danno che abbiamo subito dall'essere in vita.
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