Il non conoscere le ragioni d'essere delle differenze qualitative delle persone è dovuto all'essere coscienti di sé dalla propria nascita alla inevitabile morte, ma non prima e non dopo di esse.
All'immaginazione che sostituisce la coscienza di sé sono aperti diversi possibili panorami, ma qualunque essi siano si tratta di prendere atto che in un universo dove ogni realtà che compone il tutto ha ragione di essere, devono esserci motivi che assegnano a ogni individuo l'eredità personale che lo distingue da ogni altro.
Qui si sarebbe nel mondo delle ipotesi, ma la metafisica, che non ipotizza mai, dice che ogni esistenza individuale percorra la spirale evolutiva dell'esistenza, che dall'esterno di un piano di esistenza entra con la nascita, e ne esce con la morte, nel percorso verso un successivo piano esistenziale, sempre nuovo e diverso da quelli che lo hanno preceduto, perché nell'universo nulla si ripete. Significa che un essere umano con la morte cesserà di appartenere alla specie umana, e quando sarà possibile rinascerà in un'altra specie, non inferiore a quella umana anche se diversa, appartenente al piano successivo a quello appena abbandonato con la morte.
Poiché il sé centrale di ognuno, corrispondente al riflesso individuale del Sé spirituale che è Mistero assoluto e inconoscibile... è immortale, avendo tutte le caratteristiche del Mistero assoluto come la scintilla le ha della fiamma dalla quale deriva, questo sé che è al centro dell'individuo mantiene memoria delle azioni compiute dall'individuo nell'esistenza, ed è questa memoria che assegna al nuovo essere nato nel piano successivo a quello abbandonato morendo, le caratteristiche particolari e personali che saranno la base di avvio della nuova esistenza.
Non è possibile decidere di nascere né quando nascere, così come non si può evitare di dover morire, anche se per l'inversione analogica che vuole la fine essere il capovolgimento dell'inizio, è possibile decidere il momento della propria morte perché la linea della spirale seguita dall'esistenza di un essere, prima della morte corrispondente all'uscita dal piano che appartiene alla vita, si trova ancora all'interno del piano esistenziale.
La conseguenza sarà una nuova esistenza di un essere nuovo, e diverso da quello morto sul piano di realtà dal quale il sé è uscito, e quest'essere, che a causa del sé che non può morire e che era centrale al defunto si sentirà sempre un "io", e avrà caratteristiche dipendenti dalle azioni compiute, insieme ad altre che avranno il compito di insegnare al nuovo essere verità che possono non avere legami con la qualità del proprio vivere passato.
Per questo non ha senso credere che malattie o difetti congeniti siano da attribuire necessariamente agli errori commessi nelle esistenze precedenti, perché l'esistenza non è un bagno penale, ma è lo strumento per affinare la consapevolezza di sé e del mondo.
Per le stesse ragioni Gesù, alla domanda fatta da alcuni che gli chiesero se un cieco fosse tale a causa dei peccati suoi, o dei suoi genitori... rispose dicendo che non era cieco per sue colpe né per quelle dei genitori, ma per mostrare la grandezza del Padre.
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