Il problema che voglio affrontare riguarda la relazione nella quale si trova l’aspetto personale della Realtà che chiamiamo Dio, e il male che affligge il mondo.
Ne voglio parlare perché ho visto che quando le persone soffrono, o vedono gli altri soffrire, si chiedono il perché Dio non interviene a che questo male cessi.
Dal punto di vista umano ci pare assurdo che Dio possa eliminare il male e non lo faccia o, ancora più assurdo, che lo voglia fare, ma che non possa farlo. Perché sappiamo che Lui è Onnipotente e Misericordioso.
La questione, che ci colpisce così da vicino, riguarda il fatto che il male è una condizione relativa e non assoluta. Quello che chiamiamo "male" è quella realtà che consente al Bene di essere, attraverso una relazione di lotta che ha, come scopo finale, lo stesso scopo dell'esistere. Questo fine è la Conoscenza di sé e della realtà, la quale ci circonda e contiene con i suoi principi, e la conseguente attuazione, nella propria esistenza, dei valori che si sono così conosciuti. Il male relativo al bene e il bene relativo al male ci permettono di vivere, ed entrambi sono la conseguenza delle Leggi che Dio emana nell'esistenza e che sono il Suo riflesso, capovolto come tutti i riflessi.
Ora occorre precisare che l'Onnipotenza di Dio non può annullare ciò che Dio è, inoltre, se si vuole essere rigorosi al Principio che Lui rappresenta, bisogna dire anche che ciò che chiamiamo Dio "è" più dell'esistere oltre al fatto che, essendo Lui il principio dell'esistenza, proprio per questo non partecipa direttamente all'esistenza come, anche nella realtà relativa, nessuna causa partecipa ai suoi propri effetti.
E Dio, che è Libertà totale, Potenza e Atto indissolubilmente uniti irradia, nella realtà relativa, la propria Unità che, nel relativo riflesso, da Immobilità Centrale diviene movimento, da Unicità diventa molteplicità, il sopra necessita del sotto, il dentro del fuori, il superiore dell'inferiore. Il Bene diviene così relativo e, per questa ragione, conterrà il male come una possibilità di essere, e il male, a sua volta, conterrà il germe del bene. Ognuno dei due potrà trasformarsi quindi nell'altro, come il giorno si trasforma nella notte e la notte nel giorno, e questo perché nel giorno è già presente, in potenza, la notte e viceversa nella notte c'è l'embrione della luce. Noi viviamo perché il battito del nostro cuore segue la stessa legge: sistole e diastole sono il nome che noi diamo alle fasi cardiache di questa alternanza. Camminiamo nella stessa armonia di equilibri, muovendo in avanti il piede destro insieme alla mano sinistra e lasciando indietro il piede sinistro e la mano destra. Respiriamo inspirando ed espirando, vegliamo e dormiamo per lo stesso principio. Naturalmente, questa stessa legge comprende e la regola, e l’eccezione a questa regola, entrambe poi si ricompongono nell’Unità dalla quale provengono e alla quale ritornano nel movimento ciclico che è il modulo d’espressione di tutto l’universo manifestato e anche di ciò che manifestato non è. E questa alternanza è legge Divina, che origina e permette la vita intera. Dio può eliminare un male, ma non tutto il male perché, se lo facesse, tutta l'esistenza cesserebbe di avere un fine e si ritirerebbe nella sua Causa, che è Dio stesso. E noi cesseremmo di avere un motivo per esistere e rimarremmo chiusi nella potenzialità dell'imperfezione che è contenuta nella Perfezione.
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